Depressione e melanconia: È “un’alterazione del tono dell’umore verso forme di tristezza profonda con riduzione dell’autostima e bisogno di autopunizione. Quando l’intensità della depressione supera certi limiti o si presenta in circostanze che non la giustificano diventa di competenza psichiatrica [...]” U. Galimberti – Dizionario di psicologia p.264 e seg. [UTET] La depressione è il disturbo del tono dell’umore, può essere “unipolare” o “bipolare“. Nel primo caso il soggetto affronta un unico stadio in cui appare sempre triste, rinunciatario e prostrato. Il secondo caso è una forma ciclotomica che alterna periodi di profonda tristezza a periodi di reale euforia e viene definito anche “psicosi maniaco-depressiva“. La depressione clinica si evidenzia in una tristezza invincibile, nella mancanza di energie, nell’anedonia (incapacità di godere dalle cose piacevoli) e in disturbi vegetativi (problemi di alimentazione, sonno, ecc). Freud aveva notato a suo tempo come le persone che si trovano in stati depressivi distolgano dagli altri e dirigano verso se stesse gran parte dei propri affetti negativi, odiandosi in modo sproporzionato. Le persone depresse tendono infatti a ritenersi colpevoli e molto raramente riescono a provare una rabbia spontanea o non conflittuale, a loro vantaggio. Disturbi dell’alimentazione: sono contraddistinti dalla presenza di grossolane alterazioni del comportamento alimentare. Comprende due categorie specifiche: Anoressia Nervosa definita nel DSM IV come rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale; la Bulimia Nervosa, caratterizzata da ricorrenti episodi di “abbuffate” seguiti dall’adozione di mezzi inappropriati per controllare il peso come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi, diuretici o altri farmaci, il digiuno o l’attività fisica praticata in modo eccessivo.