La paura è uno stato emotivo naturale ed innato, che ha la funzione di aiutare in una situazione di pericolo in quanto, nella sua accezione adattiva può aiutare la sopravvivenza innescando comportamenti adatti al mantenimento della sicurezza individuale.
Ci sono situazioni in cui la reazione difronte alla minaccia è sproporzionata rispetto alla pericolosità e porta i soggetti che la sperimentano ad agire in modo disfunzionale, creando uno stato di allerta tale da risultare nocivo sia per il sistema immunitario sia per quello psicologico. Quella che stiamo vivendo in questo periodo difronte alla minaccia del coronavirus può essere una normale paura, ma può anche degenere in psicosi individuale o collettiva.
Siamo difronte ad un “nemico” che non si può né vedere né sentire, che sfugge alla nostra capacità di controllo, sconosciuto (o meglio che si sta studiando) anche alla medicina.
Se ci si affida poi ai mass media con il loro incessante tam tam allarmistico, allora il panico si diffonderà in noi facilmente. “Se tutti ne parlano, se le misure sono così drastiche…allora…”e la catena della psicosi si innesca, con gli scenari apocalittici che porta con sé.
Calmatevi e respirate. I mass media li conosciamo da sempre, la paura fa aumentare il pubblico e questa non è una novità.
Informatevi bene, facendo affidamento sui dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della Salute.
Non passate tutto il vostro tempo a cercare informazioni, ma obbligatevi a spegnere tv e cellulari, leggete cose diverse, cucinate, dedicatevi agli hobby, insomma mettete una distanza tra voi e “tutto questo” in modo da ritrovare la giusta distanza.
Se siete in ansia cercate fonti attendibili in medici se è per il vostro stato di salute, in psicologi se l’ansia sale troppo. Non trattenetevi dal chiedere, ma chiedete alle persone competenti in materia.
Un caro saluto.
Dott.ssa Berton Erika